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Lap Dance vs Pole Dance

Sfatiamo i luoghi comuni

5 Importanti differenze

Praticate pole dance e la gente continua a dirvi:

Ah! ma fai LAP dance?

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Come ridurre al silenzio il villano che ha osato confondere la vostra disciplina con un’altra (che non ha la stessa connotazione della nostra).

Non c’è nulla di vergognoso nell’essere originario di un posto o di un altro, di una disciplina o dell’altra, pensiamo al futuro, a noi, alla nostra visione e all’orgoglio nel praticare quello che ci piace, questo articolo non è contro la lap dance. Voglio solo chiarire una volta per tutte perché non pratichiamo lap dance, ma pole dance.

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Tracciamo una linea chiara, non per screditare, ma per mettere chiarezza.

1. Per chi ci esibiamo? Per noi.

Ci esibiamo per noi stesse e non per denaro. Siamo artiste e performer, dietro c’è tanto impegno e studio, accettiamo dei compensi come ogni artigiano, commerciante ed artista. I soldi non ci piovono addosso, anzi la maggior parte delle volte siamo noi che paghiamo per allenarci.

2. Ci spogliamo per gli altri? No.

Non ci denudiamo per fare piacere agli altri, la pelle ci serve per fare grip, i nostri outfit diventano più ridotti con l’esperienza e la pratica. Diventiamo più sicure di noi e il nostro corpo non ci fa più paura, non abbiamo timore di scoprire il ventre se ciò significa avere una migliore presa ed evitare di spaccarci la testa al pavimento.

Il tessuto può essere un ostacolo che va superato. Ma la pelle che mostriamo è una nostra scelta, è il nostro desiderio per combinazioni sempre più complesse che ci spinge a dare sempre di più. Se ci scopriamo è per noi stesse, per una nostra gratificazione. Stessa cosa per i costumi, portiamo in scena personaggi diversi per nostro piacere, per entrare nella pelle di un’idea, di un film. Siamo veicoli di messaggi diversi.

Il nostro corpo non è un oggetto di libido, è il nostro mezzo di espressione.

3. Ci strusciamo sul pubblico? No.

LAP sta per grembo, in sostanza lap dance potremmo tradurla in “danza sul grembo dei clienti”. Non so voi, ma il mio pubblico è sempre a distanza… chi vuole rischiare di prendersi un bel piede in faccia? Non certo io o lo spettatore. Evitare di essere denunciati per danni è un ottimo motivo e penso che al pubblico piaccia tornare a casa con tutti i denti.

Guardiamo le nostre combinazioni al palo, pensate davvero che non sarebbe pericoloso per qualcuno di ignaro starvi vicino? Anche le vostre insegnanti a volte ne pagano il prezzo. La vicinanza, a meno che non parliamo di double, può essere pericolosa. Quante volte avete accidentalmente colpito la vostra insegnante? Nella mia esperienza è capitato diverse volte, sia in quanto insegnate, sia in quanto allieva.

4. Pole dance un’arte? Si, Yes o Oui.

Potremmo chiamarci artisti, perché che cos’è l’arte, se non un’espressione del nostro essere, un veicolo di sentimenti ed intenzioni?

Quando ci alleniamo abbiamo un obbiettivo e quando lo raggiungiamo quel movimento rappresenta la nostra felicità. Ogni movimento può racchiudere forza e grazia (magari non da subito, ma ci arriveremo con il tempo).

Ci alleniamo con uno scopo e un’aspirazione. Senza nulla a togliere a chi fa lap dance, ma non penso che lo scopo sia lo stesso, né penso che sul lato artistico abbia lo stesso raggio di espressione.

5. L’origine da un’identità? No.

La lap dance è vista come la genitrice della pole dance, ma quello che molti non sanno, è che anche il Mallakhab può essere considerato come genitore. Il Mallakhamb risale al XI secolo e anticamente serviva a preparare i lottatori, un allenamento che con il tempo si è sviluppato in una vera e propria disciplina. Già la composizione stessa della parola ci indica il significato: Malla (atleta o uomo forte) e Khamba (palo).

Si dice sempre che il seme non cade lontano dall’albero, ma come cresce e si sviluppa? Sono le circostanze e l’ambiente che influiscono nell’equazione. Lap dance e Mallakhamb sono il passato della pole dance, ma siamo noi che tracciamo il suo futuro. Ormai è una disciplina che cammina da sola e ognuno di noi può dargli la forma che preferisce. Per chi ama la connotazione sensuale, abbiamo l’exotic, per chi adora quella più sportiva il pole sport, artistica il pole art e così via.

Non lasciate vincere gli stereotipi, non mettetevi limiti, ma continuate a sfidarli chissà che cosa potremmo fare e diventare con il tempo. Alla fine non è tanto importate come è nato, ma come viene utilizzato.

Fatemi sapere se vi è stato utile questo articolo! Spero di avervi dato dei buoni argomenti per far comprendere la differenza anche ai più duri di orecchie.

Se vi interessa, vi consiglio di dare un’occhio ai nostri articoli “Quando diventerò aggraziata nella pole dance?”

Al prossimo articolo!

Ilaria